Scheda | 19 |
Nome immagine | Calice |
Materiale | ottone, argento, fusione, cesellatura, doratura |
Autore | Antonio Bottacci argentiere romano |
Datazione | 1838 - 1848 |
Provenienza | Aule Capitolari della Cattedrale di Altamura |
Stemmi | vescovo Cassiodoro Margherita |
Punzoni | A27B; Chiavi decussate e sormontate da Triregno |
Bibliografia | G. Boraccesi, 2016, p. 71 |
Il calice, ampiamente decorato con scene ed elementi legati alla Passione di Cristo, è impostato su un alto gradino liscio. Un festone decorato a fogliette precede il rialzo su cui sono assise piccole figure a tutto tondo identificabili con le Virtù teologali: Fede, Speranza, Carità. In tre clipei contornati da ghirlande, che si alternano alle suddette, sono raffigurate l’Ultima Cena, la Cattura di Gesù e lo stesso innanzi a Pilato. Sulla base si innesta un fregio continuo che narra la salita al Calvario del Salvatore; al centro del fusto si trova un nodo vasiforme decorato da testine angeliche, festoni e foglie di acanto ritmicamente alternati a ovali contenenti i dadi, i chiodi e la colonna. Altre scene, raffiguranti la Caduta di Gesù, la Crocifissione e la Deposizione dalla croce, ornano il sottocoppa del calice insieme a racemi fogliacei e puttini alati. L’incavo del piede riporta lo stemma di Cassiodoro Margherita, Vescovo di Gravina e Montepeloso, amministratore della chiesa a ltamurana dal 1828 a l 1848 ( Denora – Tota 2012, p.116). Giovanni Boraccesi riconosce tra i punzoni impressi sul calice il marchio con le chiavi decussate sovrastate dal Triregno, simbolo dello Stato della Chiesa. All’interno di una losanga legge la sigla A27B, che identifica l’argentiere romano Antonio Bottacci (Boraccesi 2016, p.71). Il 1838 costituisce il termine post quem della realizzazione del manufatto, in quanto è l’anno di conferimento al Bottacci della patente di argentiere - secondo quanto scrive Boraccesi (2016, p.71) -, mentre il 1848 è quello ante quem e coincide con l’ultimo della reggenza di monsignor Cassiodoro Margherita.