Maggiore per numero rispetto alle testimonianze lapidee è la produzione scultorea lignea grazie alla più economica materia impiegata e alla resa naturalistica e plastica della sua lavorazione. I manufatti più antichi esposti sono i busti reliquari, che ebbero larga diffusione in seguito alle precise disposizioni in materia devozionale delle reliquie emanate dal Concilio di Trento nel 1563. A partire da questa data si cominciano a commissionare sculture e contenitori delle antiche vestigie di santi. Questi, riprodotti a mezzo busto nel legno, sono caratterizzati da una ieratica espressività che è maggiormente marcata, in taluni casi, dalla pellicola argentea applicata sui volti (come nel caso di San Filippo Neri dei primi anni del XVII secolo). Con l’avvento del Barocco prende sempre più piede un modello di ostensori eucaristici in legno, che si rifà a quelli d’argento certamente più costosi. Usuale diventa anche la produzione di reliquiari antropomorfi a braccio, la cui forma riproduce quella parte del corpo rappresentato dalla reliquia (esempi sono i due bracci eseguiti da Filippo Angelo Altieri intorno al 1670). Protagonista assoluta del XVII secolo e del successivo, però, è la scultura lignea a tutto tondo, immagini di fede che per la penetrante suggestione della realtà, la teatralità delle pose e seguendo i dettami artistici provenienti dai centri propulsori, in particolare Napoli, hanno arricchito gli arredi liturgici di molte chiese.