Scheda | 4 |
Nome immagine | Cartagloria |
Materiale | legno, argento cesellato e sbalzato |
Autore | Ignazio Nasta |
Datazione | Prima metà XVIII secolo |
Provenienza | Aule Capitolari della Cattedrale di Altamura |
Punzoni | I + N; N * A / C; NAP coronato |
Bibliografia | Archivio storico diocesano sede di Altamura, Registro dell’Assunta n. 156, anni 1734 – 1745, inserto n. n. tra le cc. 209 v. e 210 r. |
Le cartegloria sono composte da lamine sbalzate su un supporto ligneo; presentano un’incorniciatura mistilinea ornata da un groviglio ritmico di volute fogliate. Secondo lo storico Barin sia il nome «cartagloria» che la versione più antica, «tabella delle segrete», sono impropri. Un’unica tabella con l’incipit del vangelo di S. Giovanni fu in uso verso la fine del Seicento, veniva collocata ai piedi della croce e S. Carlo Borromeo prescriveva « late aliquanto amplius pateat quam longe». La consuetudine di realizzare le serie di tre che iniziarono a chiamarsi cartegloria risale alla prima metà del Settecento. Le più piccole contenevano in cornu Evangelii l’incipit suddetto, in cornu Epistolae il salmo Lavabo e a volte anche la preghiera dell’infusione. La più grande riportava dodici, a volte quattordici, orazioni che iniziavano appunto col Gloria da cui ne derivano il nome (cfr. Argenti in Basilicata 1994, pp. 104-105). La cartagloria centrale reca in basso una triade di testine di cherubini alati all’interno di un’edicola contornata da due volute congiunte attraverso una conchiglia. In alto è rappresentata la Trinità con le figure del Cristo Risorto, abbracciato alla croce circoscritta da una raggiera con lunghi e corti fasci alternati, Dio Padre benedicente e tra di essi la colomba dello Spirito Santo. Sullo zoccolo compare l’iscrizione: «SUB ADMINIST: NE R. / D. VITI ANGEL CRISTAL». Sul piede destro sono impressi il bollo dell’arte NAP coronato con le cifre 742, che indicano l’anno di punzonatura (Catello, 1996, pp.16-17), N*A / C marchio consolare di Nicola Avitabile, console negli anni 1712, 1717, 1722, 1726 ( Catello, 1996, p.31), e quello dell’argentiere napoletano Ignazio Nasta, artista documentato dal 1725 al 1739 ( Catello 1996, p. 90). Nella parte sommitale delle cartegloria piccole, una croce gigliata sovrasta un coro di tre teste di cherubini. Sulla base sinistra di ciascuna si legge il bollo consolare di Nicola Avitabile e il marchio di Ignazio Nasta argentiere. Il bollo dell’arte, pur presente, risulta non chiaramente leggibile (Catello, 1996, p.31; p. 90; pp. 16-17). All’interno del Registro dell’Assunta n. 156 relativo agli anni 1734 – 1745, negli esiti del 1741 tra le cc. 209 v. e 210 r., è stato rinvenuto un inserto non numerato di note di spesa effettuate a favore di Ignazio Nasta, per manufatti commissionati dal canonico D. Donato Terlizzi da Castellaneta. Tra queste opere ci potrebbero o anche rientrare le cartegloria qui esaminate.